Il volo del calabrone: la musica onomatopeica

Il volo del calabrone. MusikElios“La struttura alare del calabrone, in relazione al suo peso, non è adatta al volo, ma lui non lo sa e vola lo stesso.” Albert Einsten

No, non vi siete sbagliati, non siete finiti in un articolo di scienza!!

Oggi parleremo del valore onomatopeico della musica… e quale miglior brano può esserne da esempio se non il Volo del calabrone?

Sappiamo che l’onomatopea è la figura retorica utilizzata in poesia per riprodurre i rumori e i suoni della natura. Tale mezzo compositivo è utilizzato anche nella musica: le note, come le parole, imitano con effetti vocali o strumentali le sonorità del mondo circostante.

Il Volo del calabrone è un interludio orchestrale appartenente all’opera lirica “La favola dello zar Saltan” scritta nel 1900 dal musicista russo Nikolaj Rimskij – Korsakov. La composizione è basata sull’omonima favola dello scrittore Aleksadr Pushkin. Il brano, che in realtà non possiede alcun titolo, viene identificato come Volo del calabrone per via dell’argomento del testo. Il protagonista, il principe Gvidon, viene infatti trasformato in un calabrone dalla Principessa Cigno così da poter vedere il padre pur restando invisibile:

Torna il principe alla riva e vi trova il bianco cigno. Dice: “Ho l’animo in tormento son di nuovo in patimento”. E di nuovo il cigno allora tutto quanto ben lo bagna, ed il principe si muta tutt’a un tratto in calabrone che, ronzando mentre vola, quella nave in mar raggiunge e si posa sulla poppa.

Il compositore nel celebre brano riproduce musicalmente il ronzio dell’insetto che cerca di raggiungere la nave. Il pezzo è eseguito dall’orchestra con estrema velocità e precisione. Una continua serie di note cromatiche caratterizza il brano che in realtà ha una costruzione semplice rispetto ad altri brani di musica classica. La difficoltà è data dall’esecuzione e difatti molti musicisti utilizzano questo pezzo per dimostrare i loro virtuosismi.

Vi sono diverse versioni de Il volo del calabrone: il compositore e pianista Rachmaninov ne fece una trascrizione per pianoforte solo; vi sono poi le versioni per basso elettrico, xilofono, violino, chitarra elettrica. Nel 1946 in Argentina il musicista Maderna arrangiò il brano in tango. In una puntata dello Show dei record il violinista Matteo Fedeli eseguì il brano in 64 secondi con un violino Stradivari accompagnato dall’orchestra.

Eccovi una bellissima e velocissima versione orchestrale!

M° Eliana Mattia

 

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